Sanremo 2020 a rischio? "Saremo costretti a fare tutto di fretta", ecco cosa ha dichiarato Sergio Cerruti, presidente di AFI, l'Associazione Fonografici Italiani in merito alla prossima edizione del Festival della Canzone Italiana. Sembra che sulla Rai ci sia poco spazio alla musica e soprattutto a quella emergente: come risponderanno le associazioni a questo "tradimento"?
Alla presentazione dei palinsesti Rai a Milano lo scorso 9 luglio 2019 non ci sono stati accenni al Festival di Sanremo 2020. L’unica certezza è che a dicembre è prevista una serata di Sanremo Giovani: il programma racconterà la fase finale della selezione delle canzoni/artisti che accederanno alla finale del Festival della Canzone Italiana 2020. La trasmissione andrà in onda il 17 dicembre.
E per il Festival a febbraio? “Navighiamo al buio, non sappiamo ancora nulla – ha dichiarato Sergio Cerruti, presidente di AFI, l’ Associazione Fonografici Italiani – è tutto fermo in attesa delle nomine Rai e alla fine saremo costretti a fare tutto di fretta”.
A preoccupare le associazioni di categoria, secondo quanto fa sapere Loredana Soriano su Libero, è la sempre minore attenzione della Rai nei confronti della musica, finora relegata in due soli programmi trasmessi su Rai Gulp, GulpMusic e TopMusic: due trasmissioni che, tra l’altro, non sono state riconfermate per la prossima stagione, nonostante siano presentati da due artisti molto amati dai ragazzi, Shade e Federica Carta.
“Lo considero un tradimento della missione della tv di Stato, che è quella di supportare la cultura – ha continuato Cerruti – non entro nelle scelte editoriali, ma da quei due programmi sono venuti fuori bei nomi, non è una cantina ma una cucina dove si preparano piatti prelibati. Voglio fare un’istanza alla Rai perché vengano ridate due trasmissioni in cambio di quelle chiuse, bisogna garantire degli spazi promozionali per i giovani“.
Basti pensare che quest’anno non è stata trasmessa nemmeno la finale di Musicultura, condotta da Enrico Ruggeri; oppure al Festival di Castrocaro che è passato dalla Rete Ammiraglia a Rai 2. AFI, FIMI e PMI ora vogliono chiedere un incontro con l’ ad Rai, Fabrizio Salini, per avere notizie sulla prossima edizione. Ma cosa potrebbe succedere se queste rifiutassero di firmare il regolamento e i produttori decidessero di boicottare la manifestazione di mamma Rai? Un episodio già accaduto nel 2004 (nella sfortunata edizione condotta da Simona Ventura) e che aveva portato all’aumento dei rimborsi per gli artisti in gara.
Modifiche anche per quanto riguarda Area Sanremo 2019, ovvero l’accademia che porta alcuni giovani proprio sul palco del Teatro Ariston. Quest’anno non ci sarà il tour in giro per l’Italia e l’organizzazione (affidata nuovamente all’Orchestra Sinfonica con la direzione artistica di Massimo Cotto) punterà più sulla qualità che sulla quantità, pur cercando di mantenere i numeri delle presenze sui livelli dell’anno passato.
“Dopo 5 edizioni in crescita – ha dichiarato il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri qualche giorno fa in conferenza stampa – la Rai sta facendo delle scelte molto prudenti ma non in sintonia con lo spirito della nostra città. E questo è da considerare un forte retromarcia della Rai. Attendo l’ufficialità ma non sono molto contento, anche perché Sanremo ha dato tanto alla Rai e in questa fase da Roma non sta tornando quanto l’ente di Sato ha ricevuto”.