Il Festival di Sanremo scompone la musica nelle sue mille forme, regalando al grande pubblico tanti generi diversi: in rappresentanza della tradizione italiana non poteva mancare Orietta Berti che coglie l'occasione per festeggiare i suoi 55 anni di carriera.
Rinascita è il tema fondamentale di questo Sanremo. Lo affronto con entusiasmo perchè nell’ultimo periodo mi sono mancate tutte quelle cose che non abbiamo potuto fare. Gli abbracci fra i miei cari, i miei amici e anche i concerti e l’abbraccio infinito del mio grande pubblico.”
Quale migliore occasione di festeggiare 55 anni di carriera se non sul palco del Festival di Sanremo? Con oltre 16 milioni di dischi venduti, 4 dischi d’oro, un disco di platino e due d’argento, torna, per la dodicesima volta in gara, un’icona della tradizione musicale italiana: Orietta Berti!
Con il brano “quando mi innamoro”, Orietta intonerà il bel canto, sempre piaciuto in tutto il mondo, con orgoglio, narrando una storia d’amore eterno. Argomento del tutto originale afferma la “capinera dell’Emilia” cosciente che al giorno d’oggi si ha poca fede in una relazione che dura per sempre. Il suo è quindi un augurio a tutti di incontrare una persona che per tutta la vita rimarrà al nostro fianco, come è per lei Osvaldo, l’amatissimo marito per oltre 50 anni: “Potrebbe essere la storia di ciascuno di noi, innamorati di un unico grande amore: sicuramente la mia”.
La canzone è presente in un cofanetto prossimo all’uscita dove Orietta descrive le numerose sfaccettature dell’amore: dall’amore più drammatico a quello di una madre verso un figlio e perfino l’amore di un cane rivolto al suo padrone. “Siamo tutti nati per amare” afferma con semplicità e rigore, aveva tante proposte da offrire al Festival, ma si è scelto quella che meglio rappresenta la sua personalità e che potesse regalare emozioni positive e messaggi di speranza.
Il confronto con i giovani non la spaventa, piuttosto le suscita curiosità ammettendo che le piacerebbe collaborare con quasi tutti (l’invito di Willie Peyote a bere un bicchiere di vino è stato gioiosamente accettato). Consigli, dice, non serve darli: sono tutti dotati di una forte personalità e sicurezza in se stessi; l’unica piccola perla è quella di curare meglio la professionalità, non montarsi la testa e non lasciarsi influenzare dagli addetti ai lavori che vogliono cambiare il loro modo di pensare, vestire, comportare. La chiave per rimanere integri e puliti, svela Orietta, è la sincerità, l’essere sempre se stessi.
Da sempre seguace di Sanremo, nota diversi cambiamenti: dalle votazioni all’approccio dei cantanti, spesso bizzarri, sopratutto nel vestire. Sorprendentemente, ma non troppo, sostiene queste nuove mode in quanto “ognuno deve dare un’impronta e deve essere ricordato”. A tal proposito anticipa i suoi look, creati appositamente per lei dallo stilista Nick Cerioni, ideatore degli outfits iconici indossati l’anno prima da Achille Lauro, assieme alla firma di Giuliano Calza, creatore del brand GCDS, apprezzato molto dai giovani e indossato solitamente da rapper e trapper.
“Guardando gli schizzi dei vestiti, ho subito pensato fossero tutti adatti ad Achille Lauro. Saranno un po’ stravaganti ma sempre con l’eleganza del festival.” Orietta Berti, porterà colori brillanti quali: blu notte contornato di paillettes, rosso ciliegia, fucsia, rosa ciclamino e un bel dorato con un tessuto dal particolare effetto cromatico. Insomma, “l’usignolo di Cavriago” non sarà certo indifferente e non verrà meno alle aspettative. Canterà alla vecchia maniera, senza cuffie, con le spie davanti a sé e immaginando l’energia calorosa del pubblico attraverso le telecamere, le quali non abbasseranno il livello di emozione che provoca l’esibizione, sia da parte dell’interprete che degli ascoltatori:
“E’ sempre una grande emozione: il palco del teatro Ariston è proiettato sul mondo e la manifestazione è seguita da milioni di persone. Nonostante le tante presenze e l’esperienza, è proprio questa emozione che ci permette di comunicarci meglio al grande pubblico emozionandolo. Se non si emoziona l’artista come è possibile che si emozioni il pubblico che lo ascolta?”
Sarà senza ombra di dubbio un festival unico, che rimarrà nella storia, per il periodo storico che attraversa e per la musica che sarà declinata in tante note, con tanti generi diversi. Nessuna pretesa, solo tanta voglia di cantare perché “questo lavoro è talmente bello che uno non pensa mai di ritirarsi, non si guarda mai la carta d’identità” dichiara con genuinità Orietta, ma rivela anche quelli che sono i lati negati del successo, l’altra faccia della medaglia, che può portarti dall’altro capo del mondo, lontano dagli affetti familiari nei momenti più difficili nella vita di una figlia, di una nipote: “devi sempre fare un sorriso, come se nulla fosse, quando invece c’è un dramma dentro di te”. Il suo amore per la musica e per la famiglia è attentamente descritto nel suo nuovo libro “Tra bandiere rosse e acquasantiere” non tralasciando quella cura dei dettagli che fa emergere dalle pagine quanto ogni piccolo momento, gesto o parola siano importanti e con quanta dedizione si impegni nel lavoro così come nella vita familiare. Orietta racconta la sua storia, ricca di aneddoti e impreziosita da sedici pagine di fotografie.