Wrongonyou a Sanremo Giovani: “Lezioni di volo è un brano che rappresenta libertà” (Video)

Wrongonyou a Sanremo Giovani: "Lezioni di volo è un brano che rappresenta libertà" - Video intervista realizzata a Sanremo.

Bellacanzone ha incontrato Wrongonyou nella giornata di mercoledì 16 dicembre 2020 a Sanremo, qualche ora prima della finalissima di Sanremo Giovani. Solo 6 dei 10 finalisti in gara saranno sul palco del Teatro Ariston il prossimo marzo (insieme ai due vincitori di Area Sanremo). Ecco cosa ci ha raccontato l’artista.

Come stanno andando queste giornate sanremesi tra prove e tamponi?

C’era uno sketch di Proietti che diceva che una cosa famosa diventa chiacchierata e al momento ho il naso più chiacchierato di Grottaferrata per quanto riguarda i tamponi. Le prove vanno bene, è tutto quanto frenetico, però me la sono cercata! Sono contento, è tutto molto attivo e c’è una superband dal vivo.

Cosa significa per te il Festival di Sanremo?

La storia della musica, l’ho sempre visto in tv fin da bambino, anche quando ero metallaro, avevo solo amici metallari con cui avevo una cover band dei Sepoltura e dei Pantera, però io di nascosto guardavo il Festival. Speriamo vada tutto al meglio, ma sarebbe importante partecipare.

Dieci anni fa ti avessero detto che saresti salito su quel palco, cosa avresti risposto?

Beh, era ora! Scherzo! Avrei risposto impossibile, solo come ospite perché canterò per sempre in inglese, invece poi ho deciso di iniziare a scrivere in italiano. Si tratta di una storia che si ripete in positivo, perché ho iniziato a cantare in inglese e dopo due anni sono successe cose buone, poi ho cominciato a cantare in italiano e sempre dopo due anni sono tornate cose buone. Insomma, la matrice è buona.

Come mai hai deciso di portare proprio Lezioni di volo?

Era la canzone che più mi ispirava libertà. Sotto sotto speravo di andare a Sanremo, quindi dicevo al mio produttore di mettere i violini perché la voglia c’era.

Come nasce la collaborazione con il produttore Riccardo Scirè?

Nasce da un camp con il nostro editore e il primo pezzo che abbiamo scritto è di genere trap “Oro bianco”. Non conoscendolo, sapevo che aveva prodotto artisti lontani dal mio genere, un giorno però ha aperto Spotify e aveva tutti album di Bon Iver e ci siamo ritrovati con tanti gusti in comune. Ho trovato così un produttore a cui piace rischiare e provare suoni. Si tratta di una grande storia d’amore.

Stai lavorando ad un album che hai scritto durante il lockdown, vuoi darci qualche anticipazione?

Sono un grande romantico, quindi parlo sempre di amori belli, amori finiti, non sempre autobiografici. Scrivo tanto con le sensazioni che provo, durante il primo lockdown ho iniziato a immaginare cose. Molto flusso di coscienza, molte immagini che parlano senza descrivere ogni singola cosa. Si tratta di un grande passo indietro in positivo come quando scrivevo in inglese. Molta sperimentazione, ma allo stesso tempo brani magari solo voce. Ci stiamo divertendo molto e siamo in fase di infiocchettamento.

Quindi solo brani in italiano?

Non mi viene in inglese e io cerco di fare la cosa più naturale possibile. Magari un giorno riprenderò, non lo so.