Le Ore a Sanremo Giovani: “Oltre al brano c’è anche un videogioco” – Video

Ecco la video intervista a Le Ore, duo in gara a Sanremo Giovani 2018 che andrà in scena giovedì 20 e venerdì 21 dicembre in diretta al Casinò di Sanremo e su Rai 1. Il gruppo ci ha parlato del brano "La mia felpa è come me" che nel frattempo è diventato anche un videogioco, ecco tutti i dettagli.

“La mia felpa è come me” fa qualificare Le Ore tra i finalisti di questo Sanremo Giovani. Il duo, composto da Francesco Facchinetti ( che non è non il figlio di Roby Facchinetti) e Matteo Ieva ha precisato nella nostra video-intervista che oltre al brano ci sarà un videogioco. Nel loro passato hanno aperto gli show di numerosi artisti, tra i quali spiccano Alessio Bernabei, Gemitaiz e Sofia Viscaldi.

Intervista

Come stanno andando questi primi giorni sanremesi?
I primi che in realtà sono anche gli ultimi, perché sembrano tantissimi, invece uno poi ci prende gusto e comincia il conto alla rovescia e ti dispiace che stiano finendo. Meglio non prenderci gusto così durano di più, e invece niente. Stiamo molto bene, è come rendere normale e reale quello che fino all’anno scorso uno seguiva sui giornali, sui blog, in televisione, quindi siamo entrati in quello che guardavamo fino all’anno scorso.

Come vi state trovando con gli altri ragazzi in gara?
Quello molto bene, forse è la cosa più bella che ci è capitata in questi giorni, abbiamo addirittura passato una nottata nella stanza di albergo di uno dei ragazzi, eravamo forse 10 o 12 concorrenti. la cosa bella è stata che abbiamo creato questo gioco, tra l’altro con questo cappello, era come un’ampolla dentro tutti i nomi e ognuno pescava il nome e a turno l’uno cantava le canzoni dell’altro,
si è creata questa cosa ed è stato molto divertente, abbiamo fatto anche storie su instagram di questo.

C’è qualcuno che vi piace più degli altri, che temete?
Non voglio parlare di timore perché già essere tutti e 24 in questo plot significa un grande e immenso complimento da parte della commissione artistica che ci ha selezionati, quindi è soltanto un onore e poi quando ci si conosce diventa sempre difficile fare dei nomi perché mancheresti di rispetto agli altri, però abbiamo delle canzoni a cui teniamo, chi lo deve sapere lo sa, ed è giusto così.

Come dicono le vostre felpe “La mia felpa è come me” è il vostro brano…
Questo pezzo nasce di notte, come la befana, ci riflettevo, è un pezzo di cui ho scritto il testo di notte, la melodia di notte, è ambientato di notte e sono convinto sia preferibile ascoltarlo di notte perché con l’arrangiamento e le sonorità elettroniche mi vengono in mente le luci, i tunnel, di notte, sono convinto che ha una marcia in più. È un pezzo nato sul treno, come quasi tutti i pezzi che scrivo perché è un momento in cui mi estraneo, il telefono non prende, quindi l’immaginazione va. C’era questa ragazza qualche sedile più in la, rispetto a me con questa felpa enorme, ed io ho pensato potrebbe essere anche la mia, era grossa, e ho pensato che le felpe da uomo stanno sempre meglio addosso alle ragazze, ne sono convinto. Più ne parlavo con la gente e più la gente mi dava ragione, veramente. E ci abbiamo scritto una canzone. In questa canzone, due persone con il cuore a pezzi si incontrano, di notte. E stanno bene insieme, anzi stanno bene uno addosso all’altro

Com’è nata l’idea del videoclip?
Nel video sono sul set di un film, lui cerca in tutti i modi di fare questa scena che non gli viene mai. È un video divertente, forse il primo dei tre che abbiamo fatto che è divertente e non drammatico. Abbiamo voluto mettere alla base di questo video, che di per se è divertente, questa metafora con le storie della vita. Spesso e volentieri uno si mette là d’impegno a seguire un copione, nelle storie, per farle essere “la perfetta storia d’amore”, quando poi magari in realtà, una storia improvvisata, una persona conosciuta per caso diventa la storia della tua vita, così come su un set ti metti d’impegno a fare la scena perfetta e poi non viene, c’è sempre qualcosa che tu non controlli, qualche variabile che scappa dal tuo controllo, e quindi alla fine l’attrice perde il controllo, esce dal copione e fa questa scena che è più bella e più romantica di tutte le altre che volevano fare, quindi è un po’ una metafora della vita. E dalla cosa della felpa è nato tra l’altro anche un videogioco…

Ce lo spiegate?
Se noi te lo spieghiamo facciamo una cosa utile anche per gli internauti che guarderanno questo video, per permettervi di saltare la lunghissima intro che c’è nel videogioco. Il gioco riguarda una caccia alla felpa, nella sua prima fase, questa ragazza, ex fidanzata, con una scusa, vuole indietro una felpa de Le Ore, perché loro stanno a Sanremo, perché dice “per sostenerli voglio indossare la loro felpa, che per caso me la potresti portare?”. Diventa una sorta di test psicologico che darà un risultato alla fine, nel frattempo affronterai, gli indumenti dell’infanziona, gli indumenti della tua attuale fidanzata, quindi per come arrivi alla fine e come hai affrontato, se hai salvato o hai ucciso tutti gli indumenti che hai incontrato nella vita darà un risultato e dirà quanto ci stai ancora “sotto” o quanto effettivamente l’hai superata questa cosa della tua ex. Si apre un duplice finale che adesso non posso svelare, quindi adesso potete skippare l’intro e giocare direttamente. Tra l’altro noi non siamo creatori del gioco, c’è un team che ha creato questo gioco che, in pochissimo tempo, l’hanno creato. Da quando abbiamo saputo che avremmo avuto l’onore di calcare questo palco ci siamo azionati, si sono azionati e il progetto ha preso forma. Noi ringraziamo, come intermediari, la nostra etichetta, la I Company, che ci ha messo in contatto con questi creators, come si dice oggi. Qusto gioco strizza l’occhio ai Pokemon, e anche le musichette che ci sono sotto sono tutte riprodotte in 8 bit.

Come nasce la collaborazione con I Company?
La cosa bella è che nasce forse dalle canzoni proprio. Noi in realtà abbiamo registrato le canzoni e nel frattempo una terza persona ci ha presentato ad I Company, parlandoci molto bene di questa realtà (e spero parlando molto bene di noi a loro). È andata un po così: noi siamo andati nel loro ufficio lì a Viale Mazzini, ci siamo andati direttamente con uno zaino da campeggio, e dentro questo zaino c’erano due casse, perché noi volevamo far ascoltare queste due canzoni appena prodotte a Milano dal nostro produttore Federico Nardelli e Giordano Colombo. A volte gli uffici non hanno l’impianto, anche se loro poi in effetti avevano il loro, io comunque, nel dubbio ho detto ok, usiamo le casse nostre. È stato un po’ un colpo di fulmine perché ci siamo trovati in questo ufficio con Massimo Bonelli e abbiamo iniziato a parlare, e vedevamo da parte loro una “follia” più folle della nostra, una luce.
La cosa che forse ci ha colpito a vicenda è stata la determinazione, il fuoco nella pupilla, la fiammella che si muoveva. In questo mondo spesso è la benzina principale, la voglia di fare, la determinazione, le idee. Abbiamo preparato un po’ tutto per bene e da settembre siamo usciti col primo inedito. Adesso ci farai un’altra domanda son sicuro, vero?

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Vorrei domandarvi, uscirà anche un album? State lavorando a dei brani?
Abbiamo già altri brani scritti, più in là uscirà un album, usciranno sicuramente prima altri singoli, perché ci piace questo metodo, di far uscire un brano ogni mese, mese e mezzo, abbinato ad un video. Poi noi abbiamo, secondo noi una cosa che non è voluta, è spontanea, è quella di scrivere ogni volta in base all’umore in base alla storia, alla giornata, in base a quelle che sono le sonorità del pezzo che produciamo. Ci ispirano, è come se ogni volta, ogni capitolo si scoprisse una sfaccettatura nostra, un lato diverso. Tre brani hanno tre sfaccettature di noi.

Ringraziamo la web agency Esedigital per l’ospitalità.