Davide Shorty a Sanremo Giovani: "Qui posso dare voce ad un genere che in Italia purtroppo è sempre in secondo piano" - Video intervista realizzata a Sanremo.
Bellacanzone ha incontrato Davide Shorty nella giornata di mercoledì 16 dicembre 2020 a Sanremo, qualche ora prima della finalissima di Sanremo Giovani. Solo 6 dei 10 finalisti in gara saranno sul palco del Teatro Ariston il prossimo marzo (insieme ai due vincitori di Area Sanremo). Ecco cosa ci ha raccontato l’artista.
Come stanno andando queste giornate?
Sta andando molto bene, sono contento ed emozionato anche se sono più centrato di quanto mi potessi aspettare.
Niente ansia?
L’ansia c’è, ma è controllata e deve essere trasformata in qualcos’altro.
Come mai hai deciso di portare proprio Regina qui?
Quando l’abbiamo scritta abbiamo avuto una visione, ascoltandola in loop e ci siamo accorti che sarebbe stato il brano perfetto. L’ho immaginata con l’orchestra e ho pensato potesse essere la volta buona.
Cosa significa per te il Festival?
Significa una grande opportunità di dare voce ad un genere che in Italia purtroppo è sempre in secondo piano o comunque snobbato. Si tratta di un modo per farmi ascoltare, anche se ho già fatto un’esperienza televisiva con X Factor, ma in quel momento non ero completamente me stesso, infatti il meccanismo ti mette addosso cose che a volte non ti calzano a pennello. Qui sono me al cento per cento.
A prescindere dall’esito della serata uscirà un disco?
Uscirà un disco che è in lavorazione ed è quasi finito, sicuramente è tutto scritto, ma dobbiamo ultimare le ultime voci e poi non vedo l’ora di farlo ascoltare al pubblico. A prescindere dal risultato sono felice di essere arrivato fisicamente a Sanremo.
Vuoi anticiparci qualcosa sulle sonorità?
C’è un miscuglio di pop, soul, funk, jazz, cantautorato italiano, come Regina ma in maniera diversa. C’è anche un pelino di trap, ci sono tutte le cose che ascolto e che mi fanno stare bene.
PH. Ambra Parola