Sanremo 2022: le Fantapagelle fashion della FantaRosanna Cancellieri dei Povery (terza serata)
Per annaffiare la terza serata del Festivallo scelgo una bella birozza non filtrata, che mi traghetta fino a tarda notte, quando, pur provata e allenata da mille Maratone Mentana, per non cedere stremata alla stanchezza, passo direttamente al limoncello booster.
Il Terzo Giorno è il giorno dell’Epifania sanremese: in cima alla scalinata compare Drusilla Foer, la Dea di tutte le sciure glam del globo terracqueo, ed è immantinente trionfo di stile, eleganza, bellezza e arguzia, a me partono i coriandoli in testa, signora mia. Ok, lesssgooo.
Drusilla Foer
Fiumi di parole su Drusilla, che manco i Jalisse. Io, da brava sciuretta, forte del sacro fuoco glamhaolico di stampo rosannacancellieristico che entro mi rugge, non posso che guardare alla Foer con sguardo fescìon e dunque, senza indugi, eleggerla quale icona di stile assoluta, divina mannequin e, già che ci sono, imperatrice dell’Universo. Un cambio d’abito per ogni entrata in scena, perché così fanno le vereh diveh (sì, con l’h aspirata finale, embè?!) e un piglio che Amedeo, spostati e lascia fare a chi sa fare, su, al massimo, se proprio vuoi, portami un caffettino. Drusilla sceglie oculatamente una sartoria artigianale fiorentina per le sue mise e Atelier Rina Milano mi ruba il cuore: il primo abito, lungo, in raso nero, con maniche a tre quarti e taglio a V in mezzo allo scollo a barca, è un capolavoro architettonico di equilibrio delle forme, così come il sontuoso abito rosa glicine shimmer con maniche a pipistrello, accompagnato da guanti da sera rosso fragola. Ogni outift è mozzafiato, i bozzetti prendono vita, la moda si fa corpo, carne, verità.
Ecco, è impossibile non scrivere fiumi di parole su Drusilla, che sta bene persino travestita da Zorro, coi baffoni neri, o col completo vestaglia della buonanotte, perché possiede il superpotere che titilla il cuore di tutte le rosanne cancellieri del mondo: l’attitude, una roba che non te la possono cucire addosso, come certe etichette idiote in poliuretano ignorante, ma o ce l’hai, e allora sei invincibile, o, se no, ciao ciao.
Voto: Iperuranio
Menzione Speciale
Dargen D’Amico. Premio Pompo nelle casse. Completo BW in fantasia fiorata firmato Federico Cina (punti al FantaSanremo!), con camicia della stessa fantasia ma dai colori a contrasto, il buon Dargen coi suoi occhialazzi dorati scende in platea per disimbalsamare le note mummie del Teatro Ariston. A casa sfondiamo il divano e lo ringraziamo contenti perché, anche se forse dovremo rivolgerci agli artigiani della qualità per un divano nuovo, con il suo pezzo pazzo ci ha ricordato che alla fine non saremo mai veramente fottuti fino a che ci resterà dentro almeno un pizzico di insana, travolgente tamarrìa
La Rappresentante di Lista. Premio Massimo Ranieri. Fine del Mondo, abiti in fiamme. Ed è subito: se bruciasse la città – e quindi, di conseguenza, l’Aristòn – da te, da te, da te io correrei. Anzi, no, ma che dico, se bruciasse l’Aristòn, io te dico proprio Ciao Ciao, stacce.
Rkomi. Premio Accessorio Cult 2022. Rkomi si è esibito sfoggiando la faccia più scazzata dell’universo, ma c’è da capirlo: se stai forgiando l’Unico Anello con i tuoi guanti in pelle di drago nuovi di zecca e ti vengono a dire che devi mollare tutto il conquibus per andare a cantare sul palco dell’Ariston un po’ di, perdonate il francesismo, “rodimònt de chiul” è più che fisiologico.
Tananai. Premio Smacchianera. Bello de casa, la nonna non lo ha avvisato dei danni che può fare lo schizzo malefico di candeggina sul completo buono della domenica. Chissà che giaguaro avrà dovuto smacchiare per ritrovarsi questo effetto spruzzo a metà tra tappa perniciosa della Parigi-Dakar e look MTV Music Awards dei primi anni 2000.
Cesare Cremonini. Premio Nostalgia. Cesarone lancia una smitragliata di successi, abbattendo pure un cameraman finito nella sua traiettoria, e ci sforacchia per bene il cuore, portandoci dai giri in Vespa del ’99 a tutte le Winston Blu fumate dal 2005 fino a oggi. La blusa iridescente che indossa alla seconda uscita è un omaggio ai lucciconi appesi ai nostri occhi, perché ogni volta che lo ascoltiamo ci ricordiamo di quando lo abbiamo scoperto la prima volta, rendendoci conto di quanto fossimo felici, allora, senza saperlo.
Anna Valle. Premio della Critica. Semplicemente perfetta, sotto ogni punto di vista, Anna Valle in Alberta Ferretti. Abito in mikado di seta rosso con scollo a fiocco semplicemente da favola, indossato divinamente. Anna per te Miss Italia non finisce mai perché resti sempre un bigiù, mentre un ritratto in soffitta invecchia al posto tuo, mannaggiattè.
Massimo Ranieri. Premio Il Boss delle Cerimonie. La cravatta Versace con la stampa di catenacci dorati fa volare il pensiero alla benettanima di Don Antonio Polese, il quale, da lassù, in compagnia di Mario Merola, gradisce e augura a Massimetto che si realizzi tutto ciò che il suo cuore desidera.Amadeus. Premio Dov’è Bugo. Ama a inizio serata indossa una giacca punteggiata di strass che ricorda moltissimo quella indossata due anni fa in occasione del celeberrimo Bugo Gate: ocio, potrebbe essere la chiusura del cerchio che ci riporta alla normalità dopo due anni di pandemia, oppure, tipo una pioggia di rane, il preludio dell’Apocalisse.