Sanremo 2022: le Fantapagelle fashion della FantaRosanna Cancellieri dei Povery (quarta serata)
Quarto giorno, seratona cover con brani simbolo degli anni ’60, ’70, ’80 e ’90: mi preparo adeguatamente alla situescion (Sergio Cammariere where are you?) facendo un po’ di riscaldamento defatigante in salotto, poi parte la musica dell’Eurovisione, quindi fletto i muscoli e sono nel vuoto.
Comincio a sospettare che il Deus ex Machina Amadeus, dichiaratamente daltonico, abbia amichevolmente suggerito agli artisti di prediligere il black and white, pena la crocifissione in sala mensa dell’Ariston, perché, salvo qualche eccezione principalmente rosacea, in questo Festivallo domina un pattern di colori che omaggia la tifoseria della Juventus e gli sbandieratori della città di Siena. Per carità, bianco e nero grande classico, intramontabile, ci mancherebbe, ma la mia anima incrostata di strass, perline, piumette e volant avrebbe desiderato qualche sprazzo di locura in più. Meno male che sulla nave alla fonda ci sta sempre Oriettona bella, che ieri ha sfoggiato una casacca di paillettes con al centro sì una Via Lattea bianca e nera, ma circondata da una pioggia giallo canarino e, per finire, cappello veletta piumato e cascata di tulle e piume di emù sugli ampi bordi delle maniche. Fun fact: togliendo piume e cappello, l’abito di Queen Ory è lo stesso indossato dal nostro Usignolo di Cavriago nel 1969, per la partecipazione al Festival con il brano “Quando l’amore diventa poesia”. All’epoca alcuni giornalisti con la pattumiera al posto del cuore commentarono così: “La Berti con un vestito che si è fatta fare dalla sarta del paese” e, come se non bastasse, visto che non c’era stato ancora l’avvento del colore, non vedendo il giallo, associarono la mise alle strisce pedonali. Dopo 53 anni, Orietta è alla ribalta più che mai e ci tiene a sottolinearlo abbinando al tanto bistrattato vestito un paio di occhiali meme DAB che tutto il mondo si inchina e je spiccia casa.
Ma, adesso, torniamo sulla terra ferma, all’Ariston, e vediamo un po’ che cosa è successo in città.
Maria Chiara Giannetta
Reduce dal successo della fiction “Blanca”, prossima a rivestire panni carabiniereschi in Don Matteo 13, Maria Chiara Giannetta porta a Sanremo l’orgoglio foggiano e fa provare anche ad Amadeus l’ebrezza di parlare senza vocali. L’attrice, classe 1992 (ma non nata da un’idea di Stefano Accorsi), tiene il palco a meraviglia e quando appare con un Armani Privé lungo in tulle carta di zucchero, disseminato di fiori luminosi, dal divano le vogliamo bene quasi quanto a Drusilla Foer: partono ola e applausi entusiasti per questa piccola Primavera botticelliana con cazzimma pugliese. A tarda notte, l’abito in tulle rosa corallo, tutto tempestato di pietre preziose, impedisce il crollo della palpebra e rinvigorisce il cuore sacro del fèscion che mi infiamma il petto.
Voto: Più Giannetta e meno Pioeamedeo
Gianni Morandi & Jovanotti
I due eterni ragazzi vincono la serata delle cover con una performance frizzantina di autocover reciproca che Amadeus chiede loro di riproporre in chiusura, dopo la proclamazione della vittoria, quando il direttore d’orchestra Mousse T è sparito, perso in qualche ristorante sanremese a strafogarsi di frutti di mare crudi, e Giannone nostro mostra segni evidenti di affaticamento. Amadeus però è implacabile e sospettiamo quindi che ce l’abbia in squadra al FantaSanremo e voglia a tutti i costi guadagnarsi il super bonus assegnato in caso di morte del cantante sul palco. Invece a Gianni la pompa je regge, tiè, e noi per affetto premiamo la mise sua e del Jova, due smoking con giacca bianca coordinati: forse il look da maître crocieristico è un omaggio alla nave alla fonda su cui soggiorna Orietta, chissà, di certo, se avessero intonato la sigla di “Love Boat” avrebbero vinto tutto, fine dei giochi. E invece, per ora sono in testa, ma chi vivrà vedrà…
Voto: Mare, profumo di mare
Dargen D’Amico
Dargen sintetizza in un solo outfit il trend bicolor black & white di questo Sanremo 2022. Il completo è Wayerob by Alessandro Onori ed è a metà tra un Pierrot post-moderno e un Joker su un televisore italiano antecedente al primo febbraio 1977. Durante l’esibizione, Dargen ci fa girare come fossimo bambole e sono fuoco e fiamme dagli occhi, i nostri, ma forse anche dai suoi, ecco perché lui porta sempre gli occhiali!
Voto: Un po’ Pierrot, un po’ Grisù
Menzione speciale
Gianluca Grignani. Premio Capitan Jack Sparrow. A Gianluca gli si vuole bene e basta e il più rock di tutti, davvero, è lui.
Tananai. Premio Speciale Valeria Annaro. Cito testualmente: “Plauso a Tananai per aver riportato in voga i coprispalle che indossavamo ai balli del Liceo nei primi anni Novanta”.
Noemi. Premio Live Action. Con un Alberta Ferretti di un clamoroso color fucsia ciclamino che la fascia alla perfezione, dall’ampio spacco regale su coscia super compatta, Noemi si candida a diventare la protagonista ideale per il live action de La Sirenetta che, a questo punto, la Disney non può fare a meno di produrre.
Rkomi. Premio WWE da camera. Si parte con uno smaccato omaggio al Lorenzo Lamas del Renegade dei tempi migliori, con frange, pelle, jeans e borchie. Il capello è sempre alla Olmo targato Fabio De Luigi (lo so che state cantando tutti “Che sei una merdaaaa, inequivocabilmente merdaaaaa”), ma poi Rkomi si sfila la giacca e qualcosa dentro me, inopinatamente, sballa. Ecco, mi autodenuncio: vorrei che Rkomi diventasse ufficialmente il mio wrestler WWE tascabile da comodino. I have a dream, lasciateme sognà, ognuno c’ha le perversioni sue.