Polemica su Junior Cally: “Non sono un gangster”

Junior Cally al centro delle polemiche per il brano "Strega" del 2017. Il cantante mascherato rischia l'esclusione dal Festival di Sanremo 2020. Ecco le scuse del cantante e tutte le ultime news a riguardo.

In queste ore è esplosa la polemica intorno a Junior Cally, rapper che il prossimo 4 febbraio affronterà la gara del Festival di Sanremo 2020. A finire sotto accusa sono i testi delle canzoni del rapper, giudicati sessisti, violenti. Junior Cally rischia l’esclusione da Sanremo 2020, ma ha già chiesto scusa, ecco le parole del rapper.

Il cantante dal volto mascherato è finito al centro dell’attenzione mediatica per il brano “Strega” datato 2017. Il brano in questione presenta frasi sessiste, che incitano alla violenza sulle donne.

“Si chiama Gioia perché fa la tr..a. Questa non sa cosa dice, porca tr..a quanto c…o chiacchiera. L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”

versi della canzone Strega di Junior Cally.

Le frasi sotto accusa sono queste, e ovviamente il linguaggio usato è davvero molto forte, tanto che il presidente della Rai, Marcello Foa ha chiesto l’esclusione del cantante dal Festival. Anche 29 deputate, rappresentate da Laura Boldrini, hanno appoggiato Foa mandando una lettera alla Commissione di Vigilanza, anche Lega, M5s, Forza Italia e Udc hanno dato manforte alle deputate.

Junior Cally parla dopo le accuse e si scusa

Il rapper mascherato, ha replicato prontamente alle accuse ricevute rilasciando un’intervista al Quotidiano.net. Nell’intervista il cantante si scusa, spiega il significato di Strega e difende la sua libertà poetica di artista. Il 29enne afferma anche di aver cambiato vita e che le bravate e la vita spericolata sono solo un lontano ricordo.

“Ho fatto una bravata, una cavolata, ma non sono un gangster”

afferma Cally nell’intervista.

Al Quotidiano.net Cally parla del brano che porterà sul palco di Sanremo 2020 “No Grazie”. Brano spinoso che tratta di politica italiana, di populismo.

“La scelta nasce dalla consapevolezza, comune a tanti altri ragazzi, che questa classe politica non ci appartiene. Il rap è protesta. E il mio pezzo, al di là delle sonorità roccheggianti, è ultra-rap perché punta il dito contro una politica da social fatta di meme, di tweet, di post, che mirano alla pancia e non alla testa del Paese. La politica non capisce che la musica può cambiarti la vita. Quando sei ragazzino e vuoi fare il rapper pensi solo ai soldi, al lusso, alle ville, alle donne e allo champagne, ma quando la canzone diventa un lavoro quello che conta tirarsi fuori da situazioni di disagio come la mia e migliorarsi. Le persone crescono, fanno dei percorsi interiori e imparano dai propri errori“.

dichiara Junior al Quotidiano.net.

Per ora è tutto fermo riguardo l’esclusione del rapper dalla kermesse canora, nei prossimi giorni scopriremo se Junior potrà esibirsi all’Ariston oppure sarà costretto a rinunciare.